Analisi del commercio nelle città italiane
Verificare com'è cambiato negli ultimi sette anni, tra il 2008 e il 2015, il panorama commerciale nelle città italiane questa l'analisi fatta dall'Ufficio Studi Confcommercio che ha messo a confronto undici categorie di negozi in 39 Comuni italiani di medie dimensioni.

I risultati sono estremamente interessanti: se da una parte c'è la conferma del calo complessivo delle imprese, dall'altro si notano differenze marcate tra le varie categorie.


Nelle medie città i negozi in sede fissa diminuiscono molto più rapidamente che nel resto del Paese (-15% contro -6%), ma in questi contesti urbani c'è un vero e proprio “boom” del commercio ambulante, accoppiato a una crescita rilevante del turistico-ricettivo.

La marcata diminuzione delle attività di commercio al dettaglio in sede fissa, prova provata della desertificazione commerciale in atto, viene analizzata a fianco dell'impatto fortissimo, praticamente di supplenza del commercio ambulante, cresciuto di addirittura il 73% nel “cuore” delle città contro il pur rilevante +37,7% delle zone esterne.

Allo stesso tempo, di nuovo, al centro c'è un aumento di alberghi, bar e ristoranti del 10% (il + 3 % fuori).

L'analisi ha scaturito un protocollo d'intesa tra Confcommercio e Anci nel quale, analizzato il ciclo economico depressivo che ha generato un impoverimento visibile delle Città in termini di servizi ai cittadini e non solo un danno economico delle imprese e considerando che le Città e i Comuni più piccoli stanno perdendo gradualmente il loro ruolo attrattivo, sia sotto il profilo residenziale che dell'offerta merceologica e dei servizi, intendono promuovere la riqualificazione e la rigenerazione sociale ed economica delle aree urbane al fine di arrestare progressivi fenomeni di desertificazione e le conseguenti ricadute negative in ambito ambientale, sociale ed economico.