Truffa in ristorante? Il Codice etico c’è, rendiamolo un marchio
1968 Il recente episodio uscito sulla stampa che denuncia una truffa ai danni di alcuni turisti che si sono visti costretti a pagare un conto salatissimo per un pranzo, non dà certo una bella immagine di Venezia e dei suoi ristoranti.


Per fortuna però, questo come altri, trattasi di casi isolati perché l’offerta della città è ben altro, dove il cliente generalmente viene rispettato.

“Come Ascom Venezia – spiega il presidente di categoria del settore turismo Giuseppe Galardi – sono anni che ci impegniamo nel far proporre servizi di qualità da parte dei nostri associati, facendo seguire un codice etico e organizzando corsi di formazione. Mi pare che in questo caso il ristorante sia svincolato da qualsiasi associazione di categoria e questo è il risultato. Purtroppo la buona cucina veneziana non viene raccontata se non quando legata ad un fatto negativo, ma qualche eccezione c’è stata, come in occasione dell’America’s Cup del 2012, quando abbiamo organizzato una tavolata per 600 persone lungo via Garibaldi dove hanno partecipato 50 osti presenti sulla “Guida delle Osterie Veneziane” di Ascom Venezia. Un evento che ha portato lustro alla città e alla sua cucina”.

A sostegno della qualità offerta dagli operatori e quale strumento utile per i clienti, il presidente Ascom Venezia Roberto Magliocco lancia quindi una proposta : "Perché non creare un marchio legato al codice etico con il patrocinio dell'amministrazione comunale? L’operatore che dovesse aderire all’iniziativa riceverebbe una vetrofonia da esporre nel proprio locale così da essere riconoscibile e far sentire il turista tutelato”.